
L’ulivo è una pianta molto resistente che non necessita di molte cure ma di poche operazioni periodiche che se svolte nel modo adeguato e nei giusti periodi permetteranno di ottenere piante rigogliose e quindi un buon raccolto.
LA POTATURA
Tra i mesi di marzo e maggio (a seconda della zona climatica, partendo dal sud Italia fino al nord), tra la fine della stagione invernale e la fioritura, si dovrà effettuare la potatura dell’olivo. Potare non è sinonimo di tagliare ma è una vera e propria “arte” che, se svolta in maniera non corretta, può anche pregiudicare il raccolto.
La potatura dell’olivo è tra quelle più complesse, si è evoluta nei secoli e ci sono diverse scuole di pensiero ma tutte hanno diversi punti comuni su cui concordano. Un ulivo non potato assumerà nel tempo un portamento cespuglioso, tenderà a perdere le foglie nella parte più centrale, quella più vicina al tronco mentre svilupperà vegetazione e frutti nella parte esterna. Molto di rado si vedono ulivi in questo stato. La resa maggiore infatti si ha diradando la chioma e permettendo una corretta areazione e illuminazione; l’ulivo infatti è una pianta mediterranea che predilige i luoghi assolati.
Di fondamentale importanza è la conoscenza delle diverse tipologie di rami che un ulivo può avere: bisogna saper distinguere tra i succhioni, i polloni, i rami di prolungamento ed infine i rami fruttiferi. Questi ultimi sono per ovvie ragioni i più importanti ma si deve ricordare che i frutti si avranno sui rami dell’anno, raramente su quelli vecchi di due anni. Non si potranno conservare tutti i rami fruttiferi ma sarà preferibile conservare quelli a portamento verticale e di medio vigore cercando di conservare l’equilibro produttivo su tutta la chioma.
I tagli dovranno essere netti, senza strappare la corteccia e con la superficie del taglio fatta verso il basso e l’esterno. Si inizierà dall’alto verso il basso, tagliando i rami più vigorosi per primi mentre sugli altri si interverrà in un secondo momento. La potatura deve inoltre considerare anche l’età della pianta, infatti gli ulivi più giovani avranno una potatura meno intensa rispetto alle piante più vecchie.
Una corretta potatura dovrà eliminare i rami secchi e danneggiati, far areare la chioma e permettere alla luce di penetrare, mantenere la produttività della pianta evitando di avere annate alterne e prevenire l’invecchiamento della pianta stessa sostenendo la crescita vegetativa.
I TRATTAMENTI POST-POTATURA
La potatura viene spesso effettuata nei primi mesi primaverili per ridurre al minimo il rischio gelate. Le gelate invernali infatti possono essere molto pericolose per la pianta di ulivo, la corteccia tende a spaccarsi e le ferite saranno veicolo di malattie.
Una volta eseguita la potatura si dovranno coprire i tagli più grandi con del mastice, meglio se a base di rame. Successivamente tutta la pianta dovrà essere trattata con del rame per disinfettare tutti i tagli, anche quelli più piccoli. Per fare questo lavoro di consiglia il TRIBASE o la PASTA CAFFARO alla dose di 50 ml per 10 lt. di acqua
CONCIMAZIONE
Nonostante l’ulivo sia una pianta fornita di un’importante apparato radicale la concimazione ricopre un ruolo di fondamentale importanza, soprattutto se si vogliono ottenere raccolti abbondanti e di qualità.
Sull'apporto di sostanze nutritive incidono ovviamente la fertilità del terreno, come questo sia irrigato e le esigenze nutritive della pianta. Gli elementi fondamentali per una corretta nutrizione della pianta di ulivo sono: azoto (N), fosforo (P), potassio (K), calcio (Ca), magnesio (Mg) e boro (B).
L’azoto incide sull’equilibrio vegeto-produttivo: poco azoto è causa di una scarsa crescita della pianta e di produzioni scarse e alterne, ma anche troppo azoto si rivela nocivo, ritardando la maturazione delle drupe e rendendo la pianta più sensibile al freddo. La maggior richiesta di azoto di ha nella fase della fioritura e dell’indurimento del nocciolo.
Il fosforo incide sull’accrescimento dei frutti. Raramente l’ulivo soffre di carenze o di eccessi di fosforo.
Il potassio favorisce l’accumulo dell’amido nelle drupe e migliora la resistenza della pianta alle avversità climatiche. Anche le carenze di potassio non sono usuali ma si riconoscono dal colore che assumono le foglie, di un verde meno intenso del solito e per le necrosi apicali delle stesse (punte secche). Spesso gli uliveti si trovano in terreni argillosi quindi il potassio è già fornito dal terreno.
Il calcio è l’elemento maggiormente assorbito dalla pianta ma trovandone già in quantità nel terreno, sono rare le occasioni in cui questo elemento viene integrato con la concimazione
La concimazione può essere effettuata in un solo momento, a primavera oppure suddivisa con diverse cadenze: in autunno con concimi prevalentemente di fosforo e potassio, a fine inverno con concimi azotati per favorire la fioritura e il primavera sempre con concimi azotati per favorire l’allegagione. Il concime più utilizzato per le coltivazioni di ulivo è un complesso del tipo NPK 12-6-5 + microelementi. Per una pianta di 10 anni di solito la dose consigliata è di 1 kg - 1,2kg.
Si consiglia sempre di concimare “a largo”, di non dare cioè il concime vicino al tronco ma distante. Va ricordato infatti che l’apparato radicale è più o meno grande come la chioma della pianta e quindi le radici preposte all’assorbimento delle sostanze nutritive saranno quelle periferiche che non si trovano vicine al tronco ma ben più distanti.
Tra gli altri microelementi sempre più spesso si fa riferimento al boro. Questo viene somministrato alla pianta attraverso concimazioni fogliari per favorire l’allegagione. A tal proposito si consiglia il TRADEBOR (boro) ed il FOLUR (azoto), entrambi alla dose di 25 ml per 10 lt di acqua ciascuno.
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